14 novembre 2021

UNA TORTURA DELIZIOSA - Pagine sull’arte di scrivere” di Henry Miller

 

Non poteva mancare nel nostro blog un testo sulla scrittura, sul valore per chi la pratica, sul significato intrinseco della parola, sull’ impegno, ricerca e faticoso lavoro che si cela dietro l’arte dello scrivere, affidato non solo all’ispirazione del momento.

In questo libro che racchiude frammenti tratti dalle principali opere di  Henry Miller (Tropico del Cancro, Crocifissione rosa, Tropico del Capricorno, Primavera Nera, The Cosmological Eye, I libri della mia vita, Arte e oltraggio, ecc…) si svela la personalità dell’uomo e dello scrittore, unità unica e inscindibile costruita col tempo e l’esperienza, fonte primaria per la ricerca della verità.

Infinite sono le riflessioni sulla scrittura, e mi trovo in difficoltà a selezionare le più significative e rilevanti, a testimonianza delle sue capacità di artista della parola.

“La scrittura come la vita stessa, è un viaggio di scoperta. L’avventura è di tipo metafisico: è un modo di accostarsi indirettamente, o di acquisire una visione totale piuttosto che parziale dell’universo. Lo scrittore vive sospeso tra il mondo superiore e quello inferiore:imbocca una strada per poter alla fine diventare lui stesso quella strada.[...]. Sono un uomo che racconta la storia della sua vita, un’operazione che sembra diventare sempre più inesauribile man mano che vado avanti [...].Quasi fin dall’inizio sono stato profondamente consapevole che non esiste uno scopo. Non spero mai di abbracciare il tutto, ma semplicemente di dare in ogni singolo frammento, in ogni opera, la sensazione del tutto man mano che vado avanti, perché sto scavando sempre più in profondità nella vita, scavando sempre più in profondità nel passato e nel futuro. Con questo scavare senza fine si sviluppa una certezza che è più grande di qualsiasi fede o credo. Divento sempre più indifferente al mio fato, come scrittore, e sempre più certo del mio destino di uomo. [...]

Il destino dell’uomo è per Miller la ricerca del proprio destino:

“…il problema non è andare d’accordo con il proprio vicino o contribuire allo sviluppo del proprio paese, ma scoprire il proprio destino, vivere in armonia con il ritmo profondo del cosmo [...]. Il paradiso è ovunque , ed è lì che porta ogni strada, se si continua a percorrerla fino in fondo.    

La scrittura ha questa valenza intrinseca di rivelare l’uomo che è in noi, di renderci consapevoli della nostra identità, attraverso il percorso stesso, un percorso che sembra non avere mai fine.

E ancora ci parla dell’impronta autobiografica della sua scrittura:

“Ogni riga, ogni parola è profondamente collegata alla mia vita, sia sotto forma di azione, evento, dato, pensiero, emozione, desiderio, evasione, frustrazione, sogno, fantasia, capriccio, perfino i frammenti incompleti che fluttuano distrattamente nel cervello come i fili spezzati di una ragnatela”.

E della consapevolezza del suo unico talento:

“Mi sentivo spinto a scrivere perché sembrava l’unico sbocco possibile per me, l’unico compito adatto alle mie capacità”.

Ma anche la consapevolezza che nel perseguire questa strada si deve distruggere ogni certezza degli altri su noi stessi:

“Ho dovuto imparare a pensare, a sentire e vedere in modo completamente nuovo, in un modo incolto, in un modo tutto mio, che è la cosa più difficile del mondo. Ho dovuto tuffarmi nella corrente, sapendo che probabilmente sarei affondato [...] Nessuno può affogare nell’oceano della realtà se si abbandona volontariamente all’esperienza. Nella vita non si progredisce adattandosi, ma osando e obbedendo al cieco impulso”.

Può sembrare rischioso e azzardato un pensiero del genere, che poi ha portato Miller a osare con un linguaggio scandaloso spesso criticato e censurato, ma che trova conforto, spiegazione e riscatto in queste parole:

“Agli occhi di Dio tutto è divino. E quando dico tutto intendo tutto. Se si guardano le cose in questa luce, la parola trasmutazione diventa ancora più carica di significato: implica che il nostro benessere dipende dalla nostra comprensione spirituale, dall’uso che facciamo della visione divina che possediamo.”

Non sono certamente le parole oscene e il linguaggio accusato di pornografia a togliere valore e spiritualità all’opera di Miller.

Avrei ancora tanto da commentare in merito al libro che consiglio a tutti coloro che come me, hanno riservato alla scrittura un posto speciale nella propria vita. Non è questo lo spazio giusto per dilungarmi, perciò segnatevi il titolo e leggetelo, se sono riuscita a incuriosirvi.

Voglio terminare con una bellissima frase dell’autore, che riassume, il grande Uomo e Scrittore (per quanto lo conosca) che ho trovato in lui:

“ L’umanità si trova in queste perniciose condizioni perché tutti noi, i giusti come gli ignoranti e i malvagi, manchiamo di vera indulgenza, di vera compassione,  di una vera conoscenza e comprensione della natura umana. Per dirla nel modo più succinto e semplice possibile, questo è il mio atteggiamento fondamentale nei confronti della vita, in altre parole la mia preghiera: «Smettiamola di contrastarci a vicenda, smettiamola di giudicarci e condannarci, smettiamola di massacrarci»”. (da The Henry Miller Reader, 1959)

A.C.

"Una tortura deliziosa - Pagine sull’arte di scrivere” Ed. minimum fax