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20 febbraio 2022

APOCALISSI FIORENTINE di Carlo Menzinger di Preussenthal

 

Avevo letto La bambina dei Sogni dell’autore qualche tempo fa, ed ero rimasta affascinata dalla capacità immaginifica di Carlo, dalla sua propensione a creare mondi e realtà parallele, storie che prendono un percorso alternativo, diverso da quello che la Storia ci racconta. Ucronia, si definisce questo filone della narrativa, e devo ringraziare proprio l’autore se ne ho scoperta l’esistenza. All’ucronia si lega la fantascienza, la distopia, il romanzo storico… ma non parliamo del genere che così poco conosco, ma del libro.

Apocalissi fiorentine è una raccolta di ventiquattro racconti che si muovono tutti intorno alla città di Firenze. La città, di cui noi fiorentini andiamo così fieri, è in queste storie spesso maltrattata, derisa, soggiogata, messa alla gogna, e nei casi più estremi isolata, distrutta, bombardata, cancellata. Credo però che Firenze sia solo il modello esemplare, il pretesto dell’autore, per parlarci della realtà attuale, del Mondo e dei suoi problemi sociali, strutturali, politici, religiosi, etici, spirituali… e lo fa a volte in maniera spietata, che è forse il modo più consono per fare arrivare il messaggio che vuol lanciare: riflettiamo, non corriamo troppo, non pensiamo solo al tornaconto personale ed economico, rispettiamo la Natura, le sue leggi e i suoi tempi, rispettiamo l’Uomo con le sue peculiarità, talenti ma anche limiti, assecondiamo il progresso e la tecnologia ma non ci lasciamo sopraffare dalla stessa, rispettiamo e conserviamo la Cultura legata alla Storia, espressione della nostra civilizzazione ed evoluzione, coltiviamo la Memoria per continuare a imparare e a non ripetere gli stessi errori…

Sono storie surreali, forti, crudeli, amare, che incutono spesso paura e tensione. La scrittura è scorrevole, la narrativa a tratti divertente seppure tragica, grazie al tono a volte spassoso e alle idee originali, inconsuete dell’autore che sa muoversi nella Storia con conoscenza e competenza.

Segnalo alcuni racconti, quelli che più mi hanno smosso, per introdurvi nel mondo di Carlo, il resto lo scoprirete da voi, leggendo il libro.

Suggestivo Il mio nome è Apocalisse, in cui la Morte può stravolgere ogni cosa, ogni certezza umana e anche divina.

Il ritorno degli inglesi riporta in vita alcuni illustri personaggi sepolti nel cimitero degli Inglesi che si ritrovano catapultati nel nostro secolo con tutte le problematiche inerenti.

Un interessante racconto dal punto di vista stilistico è E-MANU€L (e già dal titolo possiamo immaginare qualcosa di non comune e ordinario), che mette in evidenza il problema dell’alienazione, della solitudine, della chiusura in cui a volte ci può incanalare il progresso tecnologico quando non è accompagnato dal sentimento umano. Una storia forte, crudele, violenta, cinica ma che non si discosta (purtroppo) dalla realtà.

Anche in Devo salvare il mondo, brevissimo e divertente racconto, si ritrovano gli stessi temi - solitudine, abbandono, emarginazione, autodistruzione - investendoci di tanta amarezza e tristezza.

Ne I costruttori è interessante assistere a come il mondo vegetale prenda velocemente il sopravvento conquistando la città prima e il mondo intero poi, ma non solo. Cosa può l’Uomo di fronte a tale potenza della Natura?

In Firenze in moto, la città subisce una rotazione su se stessa di 180 gradi, perdendo ogni punto di riferimento geografico, con la conseguente interruzione delle comunicazioni stradali, fluviali, telematiche ed energetiche, trasformandosi in un’isola senza più collegamenti esterni, verso un destino facilmente intuibile e irreversibile.

Un altro racconto che ci fa meditare sulla nostra entità di esseri umani è il Campione, in cui gli extraterrestri prelevano la popolazione di Firenze come campione, per studiare e capire la razza umana.

Ne Il tempo perduto invece l’autore fa un esperimento stilistico (che non avevo subito capito, interpretandolo come un refuso di ripetizione) in cui il tempo viaggia a ritroso, regalandoci una narrazione suggestiva e originale.

In Collasso Domotico si vive il paradosso della tecnologia, che dovrebbe essere sinonimo di progresso e sviluppo, mentre invece ci conduce alla regressione, all’incapacità collettiva di svolgere anche le più banali azioni, come quella di scendere una rampa di scale.

Insomma, non vi resta altro che leggere il libro e scoprire anche le altre storie.

A.C.

Apocalissi fiorentine di Carlo Menzinger di Preussenthal (tabula Fati 2019)