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13 ottobre 2024

GERTRUDE STEIN E ALICE B.TOKLAS A FIRENZE di Nicoletta Manetti

 



Ancora una volta Nicoletta Manetti ci regala un prezioso gioiello che, come i precedenti volumi della stessa collana sui “forestieri” a Firenze, risulta essenziale per comprendere il fermento dell’attività letteraria e delle arti figurative del primo Novecento, non solo nella nostra città, ma anche in Europa e Oltreoceano.

E dopo le coppie famose – Anja e Dostoevskij, D.H. Lawrence e Frieda – non potevano mancare all’appello Gertrude Stein e Alice Toklas, «due donne diversissime, ma uguali: entrambe americane di origine ebraica e tedesca, entrambe appassionate di arte e cultura, tanto da supplire alla loro scarsa avvenenza con ben altra bellezza che le riempie e totalizza» e che proprio a Firenze si dichiararono il loro amore.

In queste righe non voglio approfondire il personaggio di Gertrude Stein – vi sono 140 e più pagine a disposizione che vi invito a leggere – ma ribadire quanto questa donna, «sacerdotessa del cubismo», fulcro e accentratrice dei maggiori esponenti dell’Arte del Novecento, abbia avuto un ruolo determinante per lo sviluppo artistico e letterario del suo e del nostro tempo.

Lo afferma l’autrice stessa, «si parla poco oggi, di Gertrude, pochissimo»; è forse, per questo scarso riconoscimento che sente il bisogno attraverso un percorso biografico di riportarla in luce e farla rivivere in queste pagine? Potrei azzardare la risposta affermativa, ma sarebbe riduttivo, perché alla storia della protagonista principale si intrecciano altre vicende, aneddoti, esistenze di donne e uomini che caratterizzarono il secolo con la propria arte; compresa la storia della stessa autrice che si inserisce nella narrazione stessa con sensibilità e delicatezza.

Passato e presente si intrecciano generando una narrativa fluente e gradevole che si legge con meraviglia e incanto, godendosi ogni parola, ogni frase, ogni scoperta. Una prosa accurata nel dettaglio, nella descrizione dei luoghi, dei personaggi, dei tempi, perché scrupolosamente documentata ed elaborata, caratteristica tipica dell’autrice che cerca, osserva, esplora, perlustra e … trova. Un resoconto emotivo e sensuale,  e non un asettico racconto biografico, tra saggio e romanzo, dove la presenza rispettosa dell’autrice arricchisce l’opera.

Ringrazio perciò doppiamente Nicoletta, per avermi fatto riscoprire Gertrude Stein – incontrata la prima volta in Midnight in Paris, film di Woody Allen credendo si trattasse di un personaggio di sua invenzione – una personalità  eclettica, affascinante e generosa, insieme a una realtà storica così ricca ed effervescente di cui molto ignoravo.

«Gertrude Stein e Alice Toklas a Firenze» di Nicoletta Manetti ( Angelo Pontecorboli Editore - Firenze 2024)