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04 luglio 2024

MATTINO E SERA di Jon Fosse

 

«Oggi niente è com’è sempre stato, deve essere successo qualcosa, ma che cosa?».

"Mattino e sera," inizio e fine, nascita e morte, e nel mezzo la Vita.

Il protagonista del romanzo è Johannes, un uomo – marito, amante, padre, amico – che vive di pesca in un paesino della Norvegia, dove il rigido inverno spesso non mette cibo in tavola. L’autore è bravo a presentarcelo, svelandocelo con parsimonia; e lo fa attraverso i dialoghi (con la moglie, l’amico Peter, la figlia), i suoi pensieri e le descrizioni che fanno da caposaldo alla narrazione, illustrandoci un mondo interiore, una intimità e sensibilità così delicate e vere che sembra di vederle, toccarle per l’intensità in cui sono rappresentate. Si ripercorrono così gli eventi più significativi della sua vita: l’amore, la famiglia, gli affetti, le amicizie, il lavoro.

Una storia senza tempo o dove il tempo non ha tempo, perché si dilata e si restringe nell’infinità dell’essere.

Una scrittura dallo stile unico e all’apparenza complesso, tanto che non è facile all’inizio calarsi nella pagina e avviare quel processo di decodificazione della frase e del periodo senza l’ausilio di una punteggiatura (il punto nello specifico) a chiusura di un discorso, di un argomento. Incredibile come l’autore sia riuscito alla fine a regalarci un testo così appassionante, mantenendo la prosa comprensibile e sorprendentemente scorrevole (una volta entrati nel ritmo), anzi assai di più senza l’interruzione della punteggiatura. Una narrazione continua come un flusso di pensiero - in terza persona, dal punto di vista di Johannes - in equilibrio assoluto tra spazio e punteggiatura.

Una prosa pulita, essenziale e chiara. Una lettura “leggera” ma che nasconde una grande profondità di sentimento.

Un libro sulla vita, sul valore delle piccole cose.

Un libro sulla morte, sulla “buona morte,” quella che dà un senso alla vita come fine di un percorso di auspicabile e tranquilla serenità.

Un libro che apre le porte alla speranza: «Dove andremo adesso, non è nessun posto e per questo motivo non possiede neppure un nome […] Pericoloso è una parola, non esistono parole dove andremo […] Non esistono corpi dove andremo, quindi non esiste dolore […] Non esiste nessuna sofferenza, nessun tu e io dove andremo […] Non si sta né bene né male, ma è grande e tranquillo e vibrante e luminoso […] Tutto è uno e allo stesso tempo diverso, è uno eppure è proprio quello che è, tutto è diviso eppure senza divisione e tutto è tranquillo».

Una lettura che rimane attaccata alla pelle anche a libro chiuso e che penetra negli strati più profondi della coscienza, come un balsamo che evapora lentamente ma che rilascia le sue proprietà benefiche. Una lettura che fa riflettere sulla nascita e sulla morte, certezze uniche dell’esistenza alle quali nessuno può sottrarsi, restituendocele in tutto il loro valore intrinseco, in una dimensione di pienezza, gioia, serenità e dignità.

Un libro che tutti dovrebbero leggere per acquisire conoscenza e conferire la giusta connotazione all’evento più naturale e certo che è il fine vita.

“Mattino e sera” di Jon Fosse ( ed.La Nave di Teseo 2023)