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21 maggio 2024

LA BANDA DEI PITBULL di Carlo Giannone

 

Se amate il giallo, La Banda dei pitbull è una lettura assolutamente da non perdere, e lo dice una che non ama particolarmente il genere (come più volte ho già detto) ma che di fronte a una narrativa così appassionante e completa, deve ricredersi.

Sì, perché al di là dell’indagine, in questo romanzo c’è molto di più, non per ultima la città di Firenze che fa da sfondo e cornice in maniera puntuale e minuziosa  alla narrazione. 

Gaetano Mancuso, Commissario della Pubblica Sicurezza della città sta indagando su un caso assai angosciante: il cadavere di un giovane è stato ritrovato lungo il torrente Mugnone, ucciso dall’assalto di uno o più cani Pitbull, come conferma il veterinario che effettua le analisi. Purtroppo non sarà un evento sporadico, ma seguiranno altre vittime, sempre giovani e di sesso maschile, a opera dei cani, sicuramente guidati da un folle omicida che non ama sporcarsi le mani. Perché una  tale ferocia? Perché tutti quei giovani e solo uomini? Un caso drammatico e complesso che Mancuso saprà condurre meticolosamente avvalendosi dei suoi preziosi collaboratori, Angelo il vicecommissario e l’affascinante Simona, agente scelto, che non nasconde il debole che nutre per il suo superiore.

Un romanzo complesso, tanti i personaggi e ben caratterizzati (e ringrazio l’autore per il promemoria introduttivo che ne facilita la memoria), una narrazione fluida e piacevole che incolla il lettore fino all’ultima pagina. Un giallo che si tinge anche di altre tonalità, riportandoci anche su una dimensione più quotidiana e umana, dove insieme all’indagine si muove una realtà brulicante di necessità e problemi ma anche di sentimenti ed emozioni. Affascinante la figura del commissario, di cui l’autore sa cogliere ed esaltare l’aspetto umano, oltre a quello di pubblico ufficiale, restituendoci il padre, il marito, il collega, l’amico, l’amante, nelle sue molteplici identità. Ed è proprio questa caratteristica che più ho apprezzato, perché ci conduce nel mondo oggettivo e interiore del protagonista, ci fa simpatizzare,  affliggere, gioire, preoccupare, odiare e amare insieme a lui,accompagnandolo nel suo cammino verso la risoluzione e non solo investigativo.

Una lettura coinvolgente, tremendamente attuale, in cui non manca l’occasione di riflettere (e sconvolgersi) per come l’uomo possa arrivare a essere tanto crudele e feroce e come il perdono (in qualsiasi contesto) sia un sentimento e un percorso davvero raro e difficile da intraprendere.

La banda dei pitbull” ( Ed. incipit 23, 2023)

07 maggio 2024

IL RIFRULLO DEL DIAVOLO di Andrea Improta

 


Il Rifrullo del Diavolo è un romanzo che definire “giallo” sarebbe davvero riduttivo. Vero che ha tutte le peculiarità per catalogarlo nel genere – c’è un femminicidio, un assassino, un commissario, un’ indagine in corso – ma c’è molto di più a mio parere, sconfinando, in territori che lo accomunano anche ad altre tipologie di narrazione, “rosa” per il bisogno inesauribile di amore dei personaggi, “rosso” per le note piccanti ed erotiche, “noir” per l’impronta grottesca e truce di alcune ambientazioni e situazioni, realtà purtroppo sempre più attuale. Insomma si potrebbe definire un’opera davvero completa, capace di soddisfare anche il lettore più esigente (come me che non amo le note particolarmente gialle e noir) avvalendosi del genere che più predilige.

L’aspetto assai peculiare del libro è che l’autore ci svela già all’inizio l’omicida, ma la cosa ancor più sorprendente è che nonostante la rivelazione, la tensione non manca, anzi aumenta man mano si procede nella lettura. Forse perché, come dicevo poco prima, il romanzo non è solo basato sull’aspetto investigativo, ma su una narrazione che si avvale di altri elementi importanti, quali l’intreccio e l’attrattività della storia legata all’ottima strutturazione dei personaggi (tanti e sapientemente ideati), alla fluidità dialogica, e non per ultimo all’ambientazione, Firenze che fa da sfondo in maniera sublime alle complesse vicende umane.

Giulia, una ragazza venticinquenne viene trovata uccisa nel proprio appartamento, riversa nuda sul divano, palesemente violentata e maltrattata. Marco Manfredi, commissario di Polizia Giudiziaria di Firenze, conduce il caso non facile, in quanto man mano che l’indagine prosegue, affiorano sempre nuovi fantasmi nel vissuto della ragazza, aprendo piste e possibilità ulteriori.

Accompagnano l’investigazione le storie d’amore e passione delle due coppie protagoniste: Manfredi e Alice alla ricerca continua di serenità e amore, quello che condivide il caffè del mattino, le facce assonnate e non solo il letto; e di Sauro e Martina, pedine secondarie ma non meno importanti in questo complicato gioco di delitto, amore e passione.

Non aggiungo altro per non togliere al lettore il gusto della scoperta. L’autore, Andrea Improta che ho il piacere di conoscere, ha la grande capacità di sapere scegliere le parole e collocarle nel punto giusto, di attribuire loro spessore e significato, rendendole verità e restituendo suggestione ed emozione. Ciò che sanno fare i bravi scrittori.

Una prosa ricca di dettagli del panorama umano e quotidiano, fluida e trascinante, come una musica che si armonizza col respiro dell’ascoltatore, tanto che si arriva alla fine stupiti da come abbiamo divorato tutte quelle pagine, senza accorgerci del tempo trascorso.

E il titolo? Cos’è il Rifrullo del Diavolo e cosa c’entra con questa storia?

Confesso, anch’io non conoscevo la leggenda, è stata una piacevole sorpresa. I “più” fiorentini sicuramente la conoscono, agli altri non resta che leggere il libro.

 

“Il rifrullo del diavolo” ( ed. Incipit23 – 2022)