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12 dicembre 2021

IL BAMBINO DI NOE' di Emmanuel Schmitt e UNA BAMBINA E BASTA di Lia Levi

 

Due libri appena letti, che consiglio a tutti, grandi e piccini.

Due piccoli capolavori, due preziosi gioielli di cento pagine, che sanno ben descrivere la tragica esistenza dell’essere ebreo in un periodo in cui ciò significava l’inizio di un viaggio di sola andata.

Essere ebrei non è facile per due bambini che hanno sempre conosciuto una serena esistenza, il calore degli abbracci della madre, la protezione della famiglia e all’improvviso si ritrovano soli, ad affrontare un mondo complesso, diverso, sconosciuto, del quale ancora non comprendono regole e meccanismi.

Ambientato in Belgio il primo, a Roma il secondo, entrambi ci parlano della Shoah e dell’incubo della deportazione.

Ne Il bambino di Noè, il piccolo Joseph, viene lasciato dai genitori in un orfanotrofio dove padre Pons, come Noè, cerca in ogni modo di sottrarlo e salvarlo dalla deportazione nazista.

Ne Una bambina e basta, invece è la piccola Lia (anche se il suo nome non è mai pronunciato) a nascondersi in un convento cattolico, insieme alla sorella e poi alla madre, mentre il padre trova rifugio in un pensionato di soli uomini.

La bellezza di questi romanzi è tutta nel linguaggio spontaneo, semplice e sincero che entrambi i protagonisti adottano nel raccontarci la loro storia, una storia vista con gli occhi innocenti dei bambini, che cercano e vogliono soltanto la verità, anche se dolorosa, e non si arrendono alle cattiverie del mondo, lottando con coraggio e forza, guidati dal sano sentimento di amore e giustizia.

Libri commoventi, che attraverso le descrizioni, le osservazioni, gli stati d’animo, le domande che i fanciulli rivolgono agli adulti, ci fanno riflettere sulla follia di un periodo storico e politico, in cui il potere aveva oltrepassato ogni confine, raggiungendo vertici di bestialità e freddezza indefinibili.

Due libri che si leggono senza fermarsi, scorrevoli, piacevoli, semplici come l’ingenuità dei bambini appunto, ma forti e carichi di profonde verità e speranze, anche se alla fine rimane l’amaro in bocca, la rabbia di un passato che non si può cambiare o cancellare, ma che per fortuna si può raccontare, per mantenere viva la memoria, affinché certi errori non si ripetano mai più.

A.C. 

“Il bambino di Noè" di Emmanuel Schmitt (Rizzoli 2004) e “Una bambina e basta” di Lia Levi (edizioni e/o 1994)