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16 aprile 2022

DUE VITE di Emanuele Trevi



Vincitore del Premio Strega 2021, Due vite di Emanuele Trevi è una lettura assai articolata e complessa a parer mio, che presuppone un’ampia conoscenza del panorama letterario se si vuole apprezzare in pieno tutto il valore e la bellezza dell’opera. Nel mio caso è stata l’occasione per scoprire le mie mancanze, saggiare, approfondire argomenti sconosciuti, alcuni punti oscuri della letteratura, per documentarmi su gli  stessi personaggi, Rocco Carbone e Pia Pera che ho avuto il privilegio di conoscere proprio attraverso questa lettura. Un libro davvero stimolante, anche solo da questo punto di vista.

 Il romanzo narra la storia di tre amici, che condividono la grande passione per la scrittura: l’autore stesso, Rocco Carbone, calabrese, critico letterario, scrittore di narrativa, morto in un incidente stradale appena quarantaseienne, Pia Pera, lucchese, traduttrice di classici e contemporanei russi, scrittrice di romanzi, scomparsa precocemente per Sla.  

Un’appassionante, approfondito e amabile ritratto che l’autore fa degli amici, partendo dalle origini della loro amicizia fino alla loro prematura dipartita. Una narrazione svolta con riverenza, rispetto, autenticità, sincerità a tratti commovente, che rende omaggio alla grandezza, sensibilità e unicità di queste due figure.

Interessante l’alternanza nel ricordarli, all’inizio del libro insieme e poi distinti, in capitoli separati.

Toccante la riflessione sull’inevitabile dimenticanza del nostro destino: “Noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno”.

Molto commovente nella parte finale in cui si annuncia, e viene poi descritta la dipartita di entrambi: Rocco morto in un assurdo incidente stradale, dove l’autore si interroga sul caso, sulla fatalità degli eventi; Pia nel vortice di una logorante e inesorabile malattia, la SLA, consolata dall’amore per il suo giardino, a contatto con la natura e le sue piante di cui si occupò fino alla fine dei suoi giorni con dedizione e passione.

Il sentimento dell’Amicizia si rivela in tutta la sua potenza, e va oltre l’essere un omaggio alle due persone che ci hanno lasciato troppo presto, nel rappresentarli in tutte le loro genialità, virtù, passioni ma anche nelle loro fragilità, difficoltà, debolezze.

E di fronte a tanta devozione e dedizione viene da chiederci: Cosa, o meglio, chi sono gli amici? Trevi ci risponde così:

 “I nostri amici rappresentano delle epoche della vita che attraversiamo come navigando in un arcipelago dove arriviamo a doppiare promontori che ci sembravano lontanissimi, rimanendo sempre più soli, non riuscendo a intuire nulla dello scoglio dove toccherà a noi, una buona volta, andare a sbattere”.

C’è pessimismo in una frase così, come in molte altre affermazioni del libro, che però vengono riscattate e vedono uno spiraglio di luce in citazioni come questa: “ È come se il velo dell’infelicità appena prima della fine, cadesse a terra mostrando nuda la più enigmatica, impalpabile, sfuggente delle divinità: la vita felice”.

E nel descriverci Pia, nel caratterizzarla usa una frase che mi ha particolarmente coinvolto, in cui si sottolinea tutta la sua solarità e disponibilità nei confronti degli amici: “A innumerevoli esseri umani è dato questo destino, di ottenere molta  più felicità dall’amicizia che dall’amore”

Un libro appassionante, che vale la pena leggere e approfondire. A me è servito… e sto già leggendo e apprezzando la favolosa scrittura di Pia Pera nel suo “Il giardino che vorrei” (Ponte alle Grazie 2015), perché leggere è anche questo, aprire porte mai dischiuse verso destinazioni lontane e inesplorate.

A.C.

Due Vite di Emanuele Trevi  (  Neri Pozza Editore 2021)