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12 dicembre 2023

FRANCESCO ANTONINI La vita e le intuizioni di un geriatra di Giovanna Ferretti

 

Un saggio, questo libriccino dell’autrice Giovanna Ferretti, segretaria per molti anni  di Francesco Antonini illustre professore, docente alla Cattedra di Gerontologia e Geriatria – la prima al mondo  – istituita presso l’Ateneo forentino nel 1962. Qui il Professore tenne per molti anni lezioni informali, che spaziavano dalla Medicina, alla riabilitazione e cinematografia sull’età avanzata, dalle cure palliative  al fine vita, un insegnamento dalla visione empirica, totalizzante che poneva l’attenzione sull’anziano in ogni suo aspetto, emotivo, psicologico, affettivo, culturale, sociale e non solo sulla malattia.  Molti dei suoi allievi (coi quali aveva rapporti che andavano oltre le mura universitarie), lo ricordano ancora con affetto, stima e orgoglio, consapevoli di aver avuto in lui un’ottima guida, un vero Maestro.

Così lo ricorda Pietro Valdina (medico-geriatra): «Antonini non è stato soltanto un grande clinico medico, ma un innovatore, un educatore, un trascinatore, un vulcano pieno di idee, una figura carismatica ricca di fascino personale, di cultura, vivacità e di creatività, che ha saputo interpretare molto prima e molto meglio degli altri la filosofia della vecchiaia».

Curiosità, passione, grinta, preparazione culturale, libertà di pensiero, acuto senso di osservazione e di ascolto erano le caratteristiche dell’uomo, oltre all’attitudine critica e all’intuizione, che unite alla profonda sincerità e convinzione che le animava, hanno creato e reso possibile un modo diverso e innovativo  di pensare all’invecchiamento. Un uomo dalla  solida cultura umanistica oltre che medica. Estroverso, gran parlatore, dalle uscite a effetto. “Era un ideatore, che una volta avviata un’iniziativa affidava il compito ad altri nel portarla avanti” dice ancora Niccolò Marchionni(suo allievo).  Un uomo in cui vita privata e professionale non conoscevano separazioni.

Merito di Antonini la felice intuizione del valore della funzione rispetto al valore della struttura nel considerare l’età dell’invecchiamento, focalizzando la cura non sul ripristino morfologico di ciò che la patologia o l’usura del tempo ha danneggiato, ma garantendo la funzione anche se ciò può comportare adattamenti non usuali. Passare dalla cura della patologia alla cura della persona assicurando una qualità di vita dignitosa, rispettabile, accettabile.

«Non più individui da gestire, percepiti spesso come un peso in quanto esclusi dalla produzione, ma persone alle quali si devono assicurare adeguati supporti perché possano continuare a mantenere per quanto possibile la “libertà”, intendendo con questo il mantenimento della propria autonomia, che sola può consentire libertà di pensiero e di movimento, riducendo solo a casi estremi l’istituzionalizzazione».

La cura e l’assistenza dell’anziano centrati non solo sulla patologia, ma anche sugli altri aspetti psico - sociali (affettività, solidarietà, vicinanza), in ambienti aperti ai familiari, in un atmosfera cordiale, calda di fiducia e rispetto reciproci, dove la riabilitazione  (dopo l’evento acuto) ha un ruolo basilare. Ed è proprio Antonini il pionere al quale si riconduce la nascita della Scuola Speciale per Terapisti della Riabilitazione nel 1969. Così come l’istituzione dell’Unità di Cura Intensiva Geriatrica, al Ponte Nuovo, dove già dal 1967 si svolgeva attività di geriatria internistica; e ancora la realizzazione dei “Fraticini”, una struttura ospedaliera sulle colline fiorentine, dove il Professore dette un importante contributo riguardo alla riabilitazione (non potendo svolgere il ruolo di Direttore per l’incompatibilità con l’incarico universitario). Dobbiamo ancora ringraziarlo per l’ampio impegno e dedizione nella realizzazione delle prime Unità Coronariche Mobili, collaborando insieme ad altri professionisti di livello internazionale. È sempre con lui che ha inizio nel 1983 l’Università dell’Età Libera a Firenze, dove il Comune istituisce corsi di studio aperti a tutti, anche agli anziani.

Voglio concludere con una sua bellissima frase sulla speranza, un sentimento che sembra un ossimoro legato alla terza età, sulla discriminazione: «Credere nel domani crea speranza, la speranza crea valori: come bellezza, bontà, ricerca della perfezione, amore… sei libero perché ti piace la vita, la vita ha valore perché tu le dai valore…Il più bel dono che un giovane può fare a una persona anziana è considerarla della sua stessa specie… Si parla tanto di razzismo, ma il primo razzismo che si deve sconfiggere è quello dell’età».

“Francesco Antonini – La vita e le intuizioni di un geriatra”di Giovanna Ferretti ( ed.Polistampa 2014)