Devo ringraziare la mia amica Caterina per il consiglio di
lettura, perché non conoscendo l’autore, l’immagine della coppia sullo sfondo
di una piazza in copertina (molto bella senza dubbio) non avrebbe catturato il
mio interesse relegando il libro al genere romantico/sofferto ̶ un
lui e una lei che si amano ̶ e che, come si evince dal titolo, presuppone una
destinazione felice. Devo però ammettere il mio errore (e presunzione), perché le
cose non stanno affatto così, l’amore domina il testo è vero, è un punto focale
del romanzo, ma non è solo ed esclusivamente questo.
Nel libro non c’è una trama nel senso comune del termine, ma
molte trame, storie che si collegano sul grande scenario della Vita, il cui
tessuto è ordito col filo del sentimento. Un romanzo e al contempo una raccolta
di brevi racconti, dalla scrittura fluida, intensa, rinfrescante, che mi sono
bevuta con piacere in poche ore. E questo grazie alla capacità empatica, al
modo diretto e colloquiale dell’autore, agli aneddoti divertenti, ai frequenti
e piacevoli viaggi temporali negli anni settanta che rappresentano anche
l’epoca della mia gioventù. Mi ha sorpreso quel suo autodefinirsi un fumettista
(per passione) più che uno scrittore (per denaro), perché non sono riuscita a
vedere l’aspetto venale della sua prosa, che avverto invece autentica e sincera.
Non conosco le sue qualità di disegnatore ma le sue abilità di scrittore sono
senza dubbio notevoli, proprio in merito a questa capacità di conquistare e
coinvolgere emotivamente il lettore.
La narrativa sa
essere incalzante (in prima persona, a volte in seconda), avvolgente, profonda,
ricca di spunti di riflessione, meditazioni, dubbi e certezze che ci
riguardano, quesiti per chi (come me) si interroga di continuo, che cerca risposte
a ogni domanda, che non si basta mai.
C’è tanto Amore
(come dicevo), sentimento che può offrire opportunità: «L’amore è piuttosto diventare un’occasione l’uno per l’altra. Quella di
comprendere il diverso da noi, quel diverso che però ci portiamo anche dentro.
E di riconoscerlo. E di accettarlo. E di imparare il significato, ogni giorno». L’amore come occasione, come
casualità, mondi distanti che si incontrano e si confrontano: «Gli amori migliori, quelli davvero
inaffondabili, uniscono spesso geografie umane distanti, sono quelli che
nessuno riesce a spiegarsi il perché
e sulla carta non gli avresti dato due soldi. Eppure».
L’amore come accoglienza, come riconoscimento della diversità, senza
abnegazioni o vittimismi, da trasformare in un punto di forza e novità: «Il
punto non è rinunciare a essere sé stessi, annullandosi in una relazione, ma
trovare l’elemento giusto che si combina con te e si valorizza».
C’è il Maschile e Femminile
a confronto e la presunzione dell’uomo di sentirsi superiore, causa di tanta
violenza, purtroppo cronaca quotidiana, su cui dovremmo soffermarci a
riflettere e a trovare soluzioni immediate: «Le donne non sono tanto la metà del cielo che ci manca, ma quella che
ci mette in comunicazione con una parte di noi, che troppo spesso ci neghiamo,
e questa parte non sta né in cielo né in Terra, ma ben nascosta dentro,
seppellita sotto tonnellate di stronzate. Per questo le donne non ci
completano, ma ci cominciano, mentre noi uomini invece a volte le finiamo, ed è
questa la vera tragedia».
Non manca il tema del viaggio,
una modalità di realizzare la consapevolezza che «ogni posto, con un po’ di impegno, potrebbe diventare casa tua[…]. Questo cambia la tua visione
del mondo, l’approccio a luoghi e persone, ma ti fa anche capire che casa tua rimane
quel posto dove non c’è solo la bellezza che ti capita ma principalmente quella
che hai scelto, quella che è lì proprio perché tu la vuoi».
Un libro che ci regala scene di vita quotidiana, la nostra, sostenuta da bellissime descrizioni,
che vanno oltre l’ovvietà del quotidiano, senza quel velo di banalità che le
caratterizza. Tutto ciò che ci accade diviene unico e straordinario, se
sappiamo coglierne il senso e la bellezza. Se poi l’affrontiamo con ironia (il libro ne è pieno), col
sorriso anche nelle vicende più dolorose, con piglio leggero ma profondo, vivremmo
decisamente meglio e più appagati.
La vita ci mette ogni giorno di fronte a prove, occasioni
per sfoderare il carattere e far chiarezza con noi stessi: «Se avessimo più coraggio nel
dire agli altri chi siamo, dichiarare la nostra condizione senza tanti
infingimenti, evitando di raccontarci storie, forse vivremo con meno paure».
Non manca una visione positiva, ottimista sull’esistenza di
ogni essere umano legata alle proprie scelte, al libero arbitrio e provo
sollievo pensando che, come dice l’autore «La vita, se la ascolti bene e al netto delle tempeste, alla fine ti
porta sempre sulla tua isola, precisamente nel luogo in cui devi trovarti».
Una lettura stimolante che ci lascia un buon sapore in
bocca, come quando beviamo un ottimo vino, e ci gira un po’ la testa, quel
tanto che basta per percepire forme, colori, dettagli che nella sobrietà non riusciremmo
a cogliere e ad apprezzare.
A.C.
La vita fino a te
di Matteo Bussola (Einaudi 2018)