Avevo letto La
bambina dei Sogni dell’autore qualche tempo fa, ed ero rimasta affascinata
dalla capacità immaginifica di Carlo, dalla sua propensione a creare mondi e
realtà parallele, storie che prendono un percorso alternativo, diverso da quello
che la Storia ci racconta. Ucronia, si definisce questo filone della narrativa,
e devo ringraziare proprio l’autore se ne ho scoperta l’esistenza. All’ucronia
si lega la fantascienza, la distopia, il romanzo storico… ma non parliamo del
genere che così poco conosco, ma del libro.
Apocalissi fiorentine
è una raccolta di ventiquattro racconti che si muovono tutti intorno alla città
di Firenze. La città, di cui noi
fiorentini andiamo così fieri, è in queste storie spesso maltrattata, derisa,
soggiogata, messa alla gogna, e nei casi più estremi isolata, distrutta,
bombardata, cancellata. Credo però che Firenze sia solo il modello esemplare,
il pretesto dell’autore, per parlarci della realtà attuale, del Mondo e dei
suoi problemi sociali, strutturali, politici, religiosi, etici, spirituali… e
lo fa a volte in maniera spietata, che è forse il modo più consono per fare
arrivare il messaggio che vuol lanciare: riflettiamo, non corriamo troppo, non
pensiamo solo al tornaconto personale ed economico, rispettiamo la Natura, le
sue leggi e i suoi tempi, rispettiamo l’Uomo con le sue peculiarità, talenti ma
anche limiti, assecondiamo il progresso e la tecnologia ma non ci lasciamo
sopraffare dalla stessa, rispettiamo e conserviamo la Cultura legata alla
Storia, espressione della nostra civilizzazione ed evoluzione, coltiviamo la
Memoria per continuare a imparare e a non ripetere gli stessi errori…
Sono storie surreali, forti, crudeli, amare, che incutono spesso
paura e tensione. La scrittura è scorrevole, la narrativa a tratti divertente seppure
tragica, grazie al tono a volte spassoso e alle idee originali, inconsuete
dell’autore che sa muoversi nella Storia con conoscenza e competenza.
Segnalo alcuni racconti, quelli che più mi hanno smosso, per
introdurvi nel mondo di Carlo, il resto lo scoprirete da voi, leggendo il
libro.
Suggestivo Il mio
nome è Apocalisse, in cui la Morte può stravolgere ogni cosa, ogni certezza
umana e anche divina.
Il ritorno degli
inglesi riporta in vita alcuni illustri personaggi sepolti nel cimitero
degli Inglesi che si ritrovano catapultati nel nostro secolo con tutte le
problematiche inerenti.
Un interessante racconto dal punto di vista stilistico è E-MANU€L€ (e già dal titolo possiamo
immaginare qualcosa di non comune e ordinario), che mette in evidenza il
problema dell’alienazione, della solitudine, della chiusura in cui a volte ci
può incanalare il progresso tecnologico quando non è accompagnato dal sentimento
umano. Una storia forte, crudele, violenta, cinica ma che non si discosta
(purtroppo) dalla realtà.
Anche in Devo salvare
il mondo, brevissimo e divertente racconto, si ritrovano gli stessi temi -
solitudine, abbandono, emarginazione, autodistruzione - investendoci di tanta amarezza
e tristezza.
Ne I costruttori
è interessante assistere a come il mondo vegetale prenda velocemente il
sopravvento conquistando la città prima e il mondo intero poi, ma non solo.
Cosa può l’Uomo di fronte a tale potenza della Natura?
In Firenze in moto,
la città subisce una rotazione su se stessa di 180 gradi, perdendo ogni punto
di riferimento geografico, con la conseguente interruzione delle comunicazioni
stradali, fluviali, telematiche ed energetiche, trasformandosi in un’isola
senza più collegamenti esterni, verso un destino facilmente intuibile e
irreversibile.
Un altro racconto che ci fa meditare sulla nostra entità di
esseri umani è il Campione, in cui
gli extraterrestri prelevano la popolazione di Firenze come campione, per
studiare e capire la razza umana.
Ne Il tempo perduto
invece l’autore fa un esperimento stilistico (che non avevo subito capito,
interpretandolo come un refuso di ripetizione) in cui il tempo viaggia a
ritroso, regalandoci una narrazione suggestiva e originale.
In Collasso Domotico
si vive il paradosso della tecnologia, che dovrebbe essere sinonimo di
progresso e sviluppo, mentre invece ci conduce alla regressione, all’incapacità
collettiva di svolgere anche le più banali azioni, come quella di scendere una
rampa di scale.
Insomma, non vi resta altro che leggere il libro e scoprire
anche le altre storie.
A.C.
Apocalissi fiorentine di Carlo Menzinger di Preussenthal (tabula
Fati 2019)