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06 febbraio 2023

IL RAGAZZO di Annie Ernaux

 

Ancora un altro libro della scrittrice francese, qualcuno potrà commentare. Lo so, sono un po’ seriale nelle mie letture. C’è poco da fare, quando uno scrittore, un’autrice nello specifico, mi prendono non posso fare a meno di scoprire ogni sua opera. So bene quindi che non finirà qui.

Il ragazzo è una storia assai accattivante, non autobiografica a differenza delle altre in cui è palese, anche se, come sappiamo, tutto quel che si racconta ci riguarda e ci tocca in prima persona, ma non è questo il punto, l’aspetto  che ci interessa del libro.

Una donna cinquantenne, un’ insegnante, narra la sua relazione con un ragazzo più giovane di lei trent’ anni. Due generazioni a confronto, che si incontrano su un piano, quello sessuale, assai improbabile e poco comune per quella che è la consuetudine, che vuole la donna di una certa età, ormai sfiorita, disinteressata e non più incline a certe pulsioni. La protagonista invece vive il rapporto con tutto lo slancio e la stessa passione di quando era giovane, facendo forza proprio sulla maturità conquistata nel tempo, tanto da uscirne vincitrice in questa relazione impari. Passato e presente si intrecciano, la memoria riveste e adorna il presente, la bellezza fisica della giovinezza perduta viene sostituita da quella interiore, dal fascino di una maggiore esperienza e consapevolezza del mondo, che la fa apparire sublime agli occhi del giovane amante.

Un’analisi profonda, accurata di un rapporto anticonvenzionale, in cui pensieri, azioni, emozioni, sentimenti sono narrati con maestria anche nel minimo dettaglio.

Un racconto, più che un romanzo, che si legge tutto d’un fiato, una scrittura scarna, essenziale - peculiarità dell’autrice - ma comunque intensa e piena di pathos.

Completano l’opera tre riflessioni sulla scrittura, sulla condizione femminile e la memoria di cui voglio condividere questo passaggio: «Spesso il coraggio non è altro che l’impossibilità di vivere senza compiere un dato gesto, e io sentivo con intensità crescente che la scrittura[…] non sarebbe stata necessaria nè avrebbe avuto alcuna giustificazione se non fosse stata, per prima cosa, un’immersione in ciò che avevo dimenticato, nel mio primo mondo, proprio per comprendere come e perché l’avessi dimenticato».

Ancora un altro gioiellino, da non perdere.

A.C.

Il ragazzo di Annie Ernaux (L’orma Editore 2022)

31 ottobre 2022

UNA DONNA di di Annie Ernaux

 

«Bellissimo!», non posso fare a meno di iniziare la mia recensione con un aggettivo così banale e scontato, ma che rende in maniera esemplare la mia prima impressione di lettura.

Annie Ernaux, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 2022, autrice francese che ho avuto il piacere di scoprire solo adesso, grazie a questo meritato Premio - in fondo a qualcosa servono i riconoscimenti, oltre a rivestire di fama e gloria i fortunati. Fra i tanti pubblicati, ho scelto Una donna, per l’argomento che mi attraversa e coinvolge in modo viscerale.

Un’opera interessante da un punto di vista strutturale, da non classificarsi in un genere specifico, definita in tal modo dall’autrice stessa: “Questa, non è una biografia, né un romanzo, naturalmente, forse qualcosa tra la letteratura, la sociologia e la storia”.

“Mia madre è morta lunedì 7 aprile nella casa di riposo dell’ospedale di Pontoise, dove l’avevo portata due anni fa” dall’incipit così semplice ma forte e pieno di interrogativi, si sviluppa lentamente la storia di una bambina nata in Normandia nel diciannovesimo secolo, che cresce, matura, si fa donna, diviene lavorante, moglie, madre , nonna… mentre intorno “accade” la Storia europea e mondiale, quella della povertà delle classi più abiette, della fatica legata al mondo contadino, della difficoltà di emergere e farsi una posizione sociale migliore; della difficile condizione femminile, dei pregiudizi legati al genere; sulle difficoltà legate alla Guerra e quelle ancora peggiori del Dopoguerra. Mentre la Storia fa il suo corso, la madre - non sarà rivelato mai il suo nome - , si innamora, si sposa, lotta con tutta sé stessa per mettere in piedi un negozio di alimentari, il suo sogno (e ci riesce), perde una figlia già grandicella, ma supera il lutto con la seconda, Annie. E qui inizia il loro rapporto, madre - figlia, conflittuale, ma molto vissuto, intenso.

Emerge il ritratto, in tutte le fasi della sua vita, di una donna intelligente, determinata, energica, irruente, di un appetito mai sazio, passionale, sognatrice, curiosa fino a quando la malattia la trasforma in tutt’altro, la sosia di sé stessa, vuota di ricordo e senso del mondo.

Come un lungo monologo, la scrittrice ripercorre i momenti di vita insieme, a volte con nostalgia, a volte con rabbia, odio, amore, gioia e rimpianto.

Frasi di prosa che sembrano poesia: “Elevarsi, per lei, significava soprattutto imparare (diceva «bisogna arricchirsi lo spirito») e nulla era più bello del sapere. I libri erano gli unici oggetti che trattava con cautela. Prima di toccarli si lavava le mani”. Mi stupisco e mi commuovo di fronte a frasi tanto sintetiche, ma così piene di complicità, stima, ammirazione, di pudica e timida intesa reciproca: “Se la guardavo troppo si innervosiva,«che mi vuoi comprare?»” . Quanto sentimento in queste poche parole! E ancora qui, in cui si avverte tutta la forza e determinazione materna:  “Conosceva tutti i gesti che addomesticano la miseria”. E quanto potrei andare avanti, con citazioni così riuscite, il libro ne è pieno, uno scrigno inesauribile.

Parole sempre scelte con cura, precise, da succhiellare con l’impazienza di un giocatore di poker, da gustare all’istante per poi ritornarci sopra.

Uno stile asciutto, essenziale, diretto e funzionale, senza orpelli e parole inutili, solo quelle necessarie a rendere il testo chiaro al lettore ma straordinariamente musicale e incantevole.

Un libro che lascia senza fiato per la bellezza, la sensibilità, le verità che ci vengono restituite, sul rapporto madre- figlia, un amore eterno e indissolubile che non conosce origine “Per me mia madre è priva di storia. C’è sempre stata”.

E ancora una volta la magia della lettura, spalancare porte e finestre della mente e dell’anima, restituendo respiro a ciò che esiste già in noi e ha solo bisogno di uscire dall’ombra.

 A.C.

Una donna di Annie Ernaux ( L’Orma editore 2018)