Terza lettura della Nothomb, e ancora non mi ha stancato, grazie
alla sua scrittura sottile, pungente, ironica, insomma una garanzia che
continuerò a esplorare.
Ancora una volta l’autrice ci sorprende col titolo. Leggo su
Treccani a proposito del significato di catilinaria:
“Violenta e
acerba invettiva scritta o pronunciata contro qualcuno” in riferimento alle quattro orazioni di Cicerone contro
Catilina. E proprio di attacchi verbali e molto di più si parla in questo breve
ma intenso romanzo della scrittrice.
Due coniugi anziani, Émile professore
di latino in pensione e Juliette, decidono
di trascorrere gli ultimi anni di vita in campagna in una casetta isolata dal
resto del mondo, definita da loro stessi la Casa, con la maiuscola. Solo
un’altra abitazione al di là del fiume, dove vivono un medico e la moglie. Poco
disturbo, anzi, considerando i vantaggi nel caso di un bisogno terapeutico.
I due cominciano il loro idilliaco soggiorno nella nuova dimora,
felici come non mai, per la pace e la serenità conquistate. Ma la quiete presto
sarà turbata dal medico, Palamède
Bernardine, sorprendentemente obeso e taciturno, che ogni pomeriggio alle 16,
senza spiegazione alcuna, fa irruzione nella loro Casa, piazzandosi sulla
poltrona del soggiorno, accettando la cortesia di una tazza di tè, fino alle 19
in punto. Non c’è fine al peggio, momento in cui entrerà in scena anche la
signora Bernardine, anch’essa obesa e con qualche problema in più.
Ma chi è questo vicino così ingombrante e anomalo per essere un
medico e quali ragioni regolano il suo assurdo comportamento? Non ci aiuta
certo a capirlo il dialogo che Émile tenta di instaurare con lui, le cui
risposte categoriche, sì e no,
fomentano ancor di più l’angoscia e le perplessità del povero Émile. In questa
spietata invasione, il protagonista si interroga, analizza i suoi e i
comportamenti altrui, facendo insolite scoperte.
Scritto in prima persona dal punto di vista di Émile, il racconto
procede con ritmo e tensione, coinvolgendo e mantenendo viva e costante l’attenzione
del lettore.
Un libro ironico, tipico della scrittrice, che non si limita a
narrare e rappresentare i fatti ma che scava nella psiche dei suoi personaggi
restituendoceli poliedrici, reali, profondamente umani nella loro complessità. Una
storia davvero intrigante che ci tiene sospesi fino alla fine, nonostante la
semplicità della trama, e che ci conferma ancora una volta la capacità narrativa
e stilistica della scrittrice.
Consigliato a chi ama la letteratura che gioca con il non detto e
trasforma l’ordinario in inquietante.
“Le Catilinarie” di Amélie Nothomb ( ed. Guanda 1995)