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17 novembre 2023

LA CANZONE DI ACHILLE di Madeline Miller

 


Anche stavolta non ho usufruito del terzo diritto di Pennac, ovvero interrompere la lettura, solo perché è più forte della mia ragione non concludere ciò che ho iniziato e mutilare la narrazione lasciandola appesa a un filo come un lenzuolo che nessuno avrà mai cura di ritirare.

Così con grande sforzo ho continuato, fino in fondo.

Da ciò si evince subito come ho accolto “La canzone di Achille”, un romanzo epico che non parla solo del mito greco, della guerra di Troia e delle gesta eroiche dei greci e troiani, ma anche della storia dell’uomo, delle relazioni umane, dei desideri, emozioni, sentimenti, passioni che animano l’umanità fin dalle sue origini.

Il libro focalizza la narrazione sulla storia romantica tra i due adolescenti, Achille e Patroclo che scoprono giovanissimi un’attrazione reciproca singolare e profonda. Un’omosessualità palese e accettata, piena di rispetto, comprensione, passione, assai più moderna di tante odierne realtà. L’autrice esprime molto bene queste peculiarità, ma non riesce, secondo me, a cogliere gli aspetti più intimi e psicologici della relazione, rimanendo sulla superficie della trama dei fatti e delle azioni che si susseguono con una certa lentezza e ripetitività. Insomma nonostante la bravura, le competenze e conoscenze della scrittrice in materia (indiscusse, sulle quali non entro in merito), non sono riuscita a farmi coinvolgere, a lasciarmi trasportare con piacere e senso di pienezza.

Sì, mi dispiace ripeterlo, ma il libro non scorre, l’andamento è piuttosto piatto, lineare per non dire noioso (ci sono intere pagine in cui succede davvero poco) a parte il finale in cui il ritmo accelera improvvisamente e si fa più incalzante; dettagliate e competenti sono le descrizioni ; la qualità della scrittura non è poi così attrattiva e accattivante da sopperire a queste mancanze.

Molto suggestiva la storia d’amore tra i due giovani, forti, robusti, bellissimi, ma poi? Sì è vero c’è l’Iliade, la guerra di Troia, divinità, semidei e mortali, ottima opportunità per un ripasso della mitologia greca o come modo alternativo per studiarla, ma tutto il resto?

Insomma non l’ho trovata una valida ragione per consacrarlo come molti hanno fatto a un cult letterario fra i giovani e i non, e mi scuso se anch’io non approfondisco ulteriormente le mie riflessioni proprio per tutto ciò che ho espresso e mi è mancato.

Che dire? Provate a leggerlo, magari a voi non risulterà così ostico, pareggiando così la mia opinione sottostimante.

 

"La canzone di Achille"di Madeline Miller (Marsilio 2022)

20 febbraio 2022

APOCALISSI FIORENTINE di Carlo Menzinger di Preussenthal

 

Avevo letto La bambina dei Sogni dell’autore qualche tempo fa, ed ero rimasta affascinata dalla capacità immaginifica di Carlo, dalla sua propensione a creare mondi e realtà parallele, storie che prendono un percorso alternativo, diverso da quello che la Storia ci racconta. Ucronia, si definisce questo filone della narrativa, e devo ringraziare proprio l’autore se ne ho scoperta l’esistenza. All’ucronia si lega la fantascienza, la distopia, il romanzo storico… ma non parliamo del genere che così poco conosco, ma del libro.

Apocalissi fiorentine è una raccolta di ventiquattro racconti che si muovono tutti intorno alla città di Firenze. La città, di cui noi fiorentini andiamo così fieri, è in queste storie spesso maltrattata, derisa, soggiogata, messa alla gogna, e nei casi più estremi isolata, distrutta, bombardata, cancellata. Credo però che Firenze sia solo il modello esemplare, il pretesto dell’autore, per parlarci della realtà attuale, del Mondo e dei suoi problemi sociali, strutturali, politici, religiosi, etici, spirituali… e lo fa a volte in maniera spietata, che è forse il modo più consono per fare arrivare il messaggio che vuol lanciare: riflettiamo, non corriamo troppo, non pensiamo solo al tornaconto personale ed economico, rispettiamo la Natura, le sue leggi e i suoi tempi, rispettiamo l’Uomo con le sue peculiarità, talenti ma anche limiti, assecondiamo il progresso e la tecnologia ma non ci lasciamo sopraffare dalla stessa, rispettiamo e conserviamo la Cultura legata alla Storia, espressione della nostra civilizzazione ed evoluzione, coltiviamo la Memoria per continuare a imparare e a non ripetere gli stessi errori…

Sono storie surreali, forti, crudeli, amare, che incutono spesso paura e tensione. La scrittura è scorrevole, la narrativa a tratti divertente seppure tragica, grazie al tono a volte spassoso e alle idee originali, inconsuete dell’autore che sa muoversi nella Storia con conoscenza e competenza.

Segnalo alcuni racconti, quelli che più mi hanno smosso, per introdurvi nel mondo di Carlo, il resto lo scoprirete da voi, leggendo il libro.

Suggestivo Il mio nome è Apocalisse, in cui la Morte può stravolgere ogni cosa, ogni certezza umana e anche divina.

Il ritorno degli inglesi riporta in vita alcuni illustri personaggi sepolti nel cimitero degli Inglesi che si ritrovano catapultati nel nostro secolo con tutte le problematiche inerenti.

Un interessante racconto dal punto di vista stilistico è E-MANU€L (e già dal titolo possiamo immaginare qualcosa di non comune e ordinario), che mette in evidenza il problema dell’alienazione, della solitudine, della chiusura in cui a volte ci può incanalare il progresso tecnologico quando non è accompagnato dal sentimento umano. Una storia forte, crudele, violenta, cinica ma che non si discosta (purtroppo) dalla realtà.

Anche in Devo salvare il mondo, brevissimo e divertente racconto, si ritrovano gli stessi temi - solitudine, abbandono, emarginazione, autodistruzione - investendoci di tanta amarezza e tristezza.

Ne I costruttori è interessante assistere a come il mondo vegetale prenda velocemente il sopravvento conquistando la città prima e il mondo intero poi, ma non solo. Cosa può l’Uomo di fronte a tale potenza della Natura?

In Firenze in moto, la città subisce una rotazione su se stessa di 180 gradi, perdendo ogni punto di riferimento geografico, con la conseguente interruzione delle comunicazioni stradali, fluviali, telematiche ed energetiche, trasformandosi in un’isola senza più collegamenti esterni, verso un destino facilmente intuibile e irreversibile.

Un altro racconto che ci fa meditare sulla nostra entità di esseri umani è il Campione, in cui gli extraterrestri prelevano la popolazione di Firenze come campione, per studiare e capire la razza umana.

Ne Il tempo perduto invece l’autore fa un esperimento stilistico (che non avevo subito capito, interpretandolo come un refuso di ripetizione) in cui il tempo viaggia a ritroso, regalandoci una narrazione suggestiva e originale.

In Collasso Domotico si vive il paradosso della tecnologia, che dovrebbe essere sinonimo di progresso e sviluppo, mentre invece ci conduce alla regressione, all’incapacità collettiva di svolgere anche le più banali azioni, come quella di scendere una rampa di scale.

Insomma, non vi resta altro che leggere il libro e scoprire anche le altre storie.

A.C.

Apocalissi fiorentine di Carlo Menzinger di Preussenthal (tabula Fati 2019)