10 gennaio 2021

BESAME MUCHO, PICCOLINA di Paolo Dapporto

 

Besame mucho, piccolina di Paolo Dapporto

Non è il primo libro che leggo di Paolo Dapporto, scrittore e amico,  e come gli altri, Non esistono storie senza importanza e  A guardare il cielo, confermo ancora una volta la capacità narrativa di Paolo nel riuscire a trascinare il lettore nelle sue meravigliose storie.

I libri di  Paolo si leggono tutto d’un fiato, e una volta iniziati, non è possibile staccarsi dalle pagine senza averne vista la fine. Che poi non è tanto la trama il motore della lettura, ma la sua scrittura coinvolgente, nostalgica, capace di ripescare ricordi sepolti, avvolgente come una coperta d’inverno, scorrevole, precisa.

Antonio è un professore di lettere, sposato con Maria, conosciuta ai tempi dell’Università, padre di Marco e Andrea. È un uomo però insoddisfatto, alla ricerca continua di un ideale di amore, più che dell’amore stesso. Per questo rintraccia Flora, una sua ex di liceo, riallacciando il vecchio rapporto amoroso con l’illusione di trovare in lei ciò che gli manca.

La storia ambientata negli anni 80, si alterna ai ricordi del protagonista, che abbracciano il periodo della sua infanzia, adolescenza, maturità, anche attraverso lettere, articoli, temi che spezzano la narrazione, rendendola ancora più vivace. Tante le sottotrame che emergono dalla narrazione principale, stimolando la curiosità del lettore.

Per chi cerca una lettura scorrevole, ben scritta, piena di sentimento ed emozione, animata dal ricordo degli anni 60/80, Besame mucho, piccolina è il libro giusto.

A.C.

Besame mucho, piccolina” Dapporto P. (Ed. Il Castello, 2019)


01 gennaio 2021

ERA L' 11 SETTEMBRE di Mirko Tondi

 


Non fatevi scoraggiare dal tema principale, ovvero il lutto del protagonista, Nando Barrella, al quale muore il figlio in un incidente stradale. La tragedia individuale dell’uomo, coincide con quella collettiva dell’ 11 settembre 2001, data in cui l’umanità intera assiste a uno dei più incredibili attacchi terroristici della nostra storia, l’attentato alle Torri Gemelle.

Nando Barrella, uomo dilaniato da sensi di colpa, ormai ottantenne,  incarica uno scrittore, ghostwriter di professione, di scrivere la storia della propria vita, ripercorrendo in particolare i momenti vissuti col figlio, sentendosi indirettamente responsabile della sua morte.

La storia si alterna alle vicende dei due protagonisti, Nando coi suoi ricordi, rimorsi, sensi di colpa, nostalgie, rimpianti, e lo scrittore, giovane amareggiato e deluso dal sogno di divenire un “vero” scrittore, costretto invece a essere la voce fantasma degli altri. Attraverso l’incontro delle due esistenze tormentate, si assisterà alla rinascita personale di entrambi i protagonisti..

Un romanzo intenso, profondo. L’autore riesce sempre a far emergere, delineare, rappresentare i personaggi attraverso gli sguardi, i movimenti, i dialoghi, le  riflessioni, i pensieri, le loro manie, regalandoci una scrittura originale, curata e mai banale. I numerosi riferimenti letterari, musicali, artistici e cinematografici, rendono il libro interessante e stimolante per il lettore che non si accontenta della superficialità della narrazione, ma esige di più. L’introspezione psicologica dei personaggi si colloca in primo piano, invitandoci alla riflessione su quelle che sono anche le nostre incertezze, paure, debolezze…

La  scrittura è scorrevole e coinvolgente.

Un’opera che ogni lettore, almeno quello che non ricerca solo distrazione e divertimento nella lettura, dovrebbe leggere. E come dico sempre alla fine di una recensione sull’autore, Mirko  Tondi è sempre una garanzia.

A.C.

“Era l’11 settembre” di Mirko Tondi (Ed. Toutcourt, 2020)


06 novembre 2020

IL COLIBRI' di Sandro Veronesi




Non poteva mancare nel nostro Gruppo di lettura - Una sera…un libro - Il Colibrì di Sandro Veronesi, Premio Strega 2020.

Un romanzo che abbraccia in un arco temporale di settant’anni, la vita del protagonista Marco Carrera, uomo, medico oftalmologo, figlio, fratello, padre, marito, amico, amante… che la voce narrante onnisciente ci svela in modo non cronologico, con sbalzi temporali che anticipano i fatti senza togliere nulla alla tensione della storia. Le lettere di Marco con l’amante, il fratello, la nipote e gli sms con lo psicanalista della moglie, rendono la narrazione ancora più intima e vera, acutizzando la profondità del personaggio, tanto da sorprendermi quando ritrovo la voce narrante in terza persona, vivendola come l’ intruso che sembra volersi insinuare nella vicenda. Ma quella voce è importante, e solo alla fine si capisce il perché.

L’alternarsi del passato, presente e futuro, crea un’altalena temporale che richiede un’attenzione sempre costante  da parte del lettore nel seguire gli eventi nella loro complessità, ma che modula il ritmo della narrazione senza annoiare. In tutto il libro permane una tensione - che azzardo a  definire una sorta di cliffhanger, la tensione del finale sospeso - che ci spinge a correre e  continuare nella lettura con l’ansia e la bramosia di scoprire, di capire cosa, come e perché si sono verificati gli eventi descritti.

Fulcro della vicenda sono i sentimenti umani, le emozioni, i rapporti interpersonali, le relazioni, a cominciare da quelle più intime all’interno della famiglia, per rappresentare quel mondo di affetti, valore vero della vita di ciascun uomo, espressi nella gioia e nel dolore di un destino che si accanisce senza possibilità di fuga. Un destino che il protagonista sa accettare, nella sua apparente immobilità di colibrì, ma che si può anche manipolare, anticipare, attraverso la scelta delle azioni.

Scrittura fluida, piacevole, stuzzicante, arricchita da un linguaggio sempre azzeccato - ricercato ma anche macchiato di termini popolari - che coinvolge subito, “acchiappa”, capace di riprodurre ambientazioni, personaggi, situazioni, come se si stessimo vivendo in  un film (non mi meraviglierei di vedere a breve la storia nelle sale cinematografiche).

Gli ingredienti per un buon  romanzo ci sono tutti: amore, amicizia, ruoli sociali, malattia, dolore, perdita, lutto, rinascita, spiragli di luce in fondo al buio più assoluto…, la speranza di un futuro migliore.   

Il colibrì è uno dei quei libri che arrivi all’ultima pagina col dispiacere di averlo già finito. Ho sempre apprezzato l’autore, una simpatia nata già con Caos calmo (vincitore Premio Strega 2006)  e continuata in Terre rare: sarà perché l’autore è fiorentino - pratese per l’esattezza, e tanto nel libro si parla di Firenze, della costa toscana di Bolgheri - sarà perché il protagonista è un oftalmologo e lavora proprio nella clinica dove anch’io tutti i giorni svolgo la mia attività di infermiera (sorprendente coincidenza che contribuisce alla magia della lettura).

Per chi ha voglia di una storia attuale, commovente, profonda, tragica ma piena di positività e speranza allora Il colibrì è la giusta lettura.

A.C.

 Il colibrì  di Sandro Veronesi (La nave di Teseo 2019, Milano)