13 settembre 2025

CASA DI BAMBOLA di Henrik Ibsen

 

Capolavoro del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, Casa di Bambola (1879) critica le ipocrisie della società borghese e denuncia i ruoli imposti a uomini e donne nell’epoca vittoriana.

Nora, moglie di Torvald Helmer, avvocato da poco nominato Direttore di un’ importante banca, rappresenta l’ ideale di moglie devota e di madre premurosa. Sotto  l’apparente idillio domestico, custodisce però un segreto, destinato a sconvolgere ogni equilibrio famigliare. La rivelazione  la porterà a compiere una scelta radicale, che la trasformerà da persona frivola a donna consapevole e determinata.

Figura sorprendentemente moderna, Nora incarna il simbolo dell’emancipazione femminile e anticipa il pensiero femminista. La forza del testo risiede proprio nella sua attualità, dove sotto la leggerezza della storia si nasconde una critica tagliente che interroga il lettore sul valore della libertà e dignità umana.

Casa di bambola” di Henrik Ibsen (Einaudi 1963)

PARLA, MIA PAURA di Simona Vinci

 


«Ecco il trucco, la magia: non chiudere, apri. Non nasconderti, mostrati. Non tacere, esprimiti. Se hai paura, chiedi aiuto».

Un  romanzo autobiografico intenso questo libro di Simona Vinci  in cui l’autrice racconta senza veli le proprie paure: l’insorgenza degli attacchi di panico, la depressione post partum, l’anoressia, le idee suicide come unica via di fuga, i lunghi anni di terapia.

«La “Ragna”- così la scrittrice definisce la depressione - è lì, aggrappata alla tua schiena, la bocca agganciata al tuo midollo. Ti succhia anche se non te ne accorgi. Di te si nutre, di te si riempie, di te fa strage».

Depressione, ansia, attacchi di panico, esistono strategie per affrontare condizioni tanto subdole quanto invalidanti , che impediscono di vivere? È possibile mettere a tacere la regina delle paure, ovvero la paura della paura?

Per Simona Vinci la salvezza passa attraverso la scrittura, il potere salvifico della parola, come afferma nelle Nota a fine  libro: «È grazie alle parole, quelle che ho letto, quelle che ho scritto, quelle che ho ascoltato e quelle che ho pronunciato, se sono ancora viva».

Una scrittura fluida, sincera, che colpisce per la sua forza disarmante. Uno stile narrativo dal tono intimo, una capacità singolare di esprimersi con onestà al di là delle convenzioni, trasformando il dolore in linguaggio e creatività.

Una piacevole scoperta, una voce che senz’altro tornerò a leggere.

"Parla, mia paura"  di Simona Vinci ( Einaudi 2017)